Riabilitazione

Il Miglioramento prognostico di molti tumori comporta il progressivo incremento del numero di sopravviventi al cancro, molti dei quali entrano in una fase di cronicità della malattia, per questi motivi la patologia tumorale assume sempre più le caratteristiche di malattia cronica, fenomeno questo vero per tutte le fasce di età, ma particolarmente evidente nella popolazione più anziana, il cui progressivo aumento della vita media si associa ad un proporzionale aumento del rischio di contrarre un tumore.

In questo ambito la Medicina Riabilitativa ha ampliato la sua sfera di intervento per lo sviluppo delle conoscenze delle problematiche riabilitative legate al cancro (complicanze delle malattie tumorali e necessità che ha l’individuo per poter raggiungere una condizione di benessere psicofisico).

La riabilitazione oncologica consiste nell’aiutare una persona affetta da cancro ad ottenere il massimo recupero della condizione fisica, sociale, psicologica e lavorativa, nei limiti imposti dalla malattia e dal suo trattamento.

L’intervento riabilitativo può essere programmato e modulato solo se sono disponibili informazioni dettagliate relative alla malattia, quali la sede anatomica, il tipo istologico e il suo grado di aggressività, la stadiazione, informazioni relative ai trattamenti previsti e alla loro sequenza, informazioni circa le aspettative di vita del paziente, e quindi se i trattamenti hanno finalità curativa, di controllo della malattia o palliativa.

Le problematiche riabilitative sono diverse e legate al tipo di tumore:

  • Tumore della mammella: Linfedema dell’arto superiore, riduzione dell’articolarità della spalla, problemi psico-sociali.
  • Tumore del polmone: Insufficienza respiratoria, dolore, riduzione dell’articolarità della spalla, deviazioni della colonna e deformazione della gabbia toracica.
  • Tumori della testa e collo: Dolore, rigidità del rachide cervicale, di spalla e dell’articolazione temporo-mandibolare, edema della lingua e dei tessuti del viso, perdita del gusto e della salivazione, paralisi dello sternocleidomast.deo e trapezio.
  • Tumore cerebrale: Emiplegia, spasticità, rigidità articolari, dolore, deficit sensitivi, deficit visivi e visuo-percettivi,asia, disartria, disfagia, atassia, deficit cognitivi e comportamentali, problemi psico-sociali e lavorativi.
  • Tumore midollo spinale: Plegia/paresi (da mono a tetraplegia), disturbi sensitivi, disfunzioni urinarie, deficit sfinterici, disfunzioni sessuali, dolore, spasticità, rigidità articolari, disturbi respiratori, circolatori, metabolici, problemi psico-sociali e lavorativi.
  • Tumori Gastro-Intest.: Stomia e problemi psico-sociali.
  • Tumori Ap. Genitourin.: Stomia, linfedema degli arti inferiori, perdita delle funzioni sessuali, problemi psico-sociali.
  • Tumori ossei: Osteosintesi, amputazione, protesizzazione, dolore, tetra o paraplegia e disturbi midollari associati.

Invece, le problematiche comuni ai diversi tipi di tumore sono legate alla loro aggressività biologica, ai trattamenti effettuati, all’iter clinico-terapeutico, all’impatto di questi sui domini del funzionamento fisico, funzionale, emotivo, sociale peculiari di ciascun paziente.

Per esempio, la “fatica” colpisce il soggetto sul piano fisico, sociale, spirituale, psicologico e cognitivo.

Ha un esordio rapido, è intensa, “prosciuga l’energia” come riferisce lui stesso, dura a lungo ed è

inaspettata; talvolta, è percepita più invalidante del dolore.

La fatica si può presentare come parte integrante della sintomatologia della neoplasia (sia all’inizio della malattia che nel corso delle recidive), come effetto collaterale delle terapie oncologiche e non oncologiche o sintomatologia a distanza di anni dalla fine dei trattamenti adiuvanti.

Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza dell’esercizio terapeutico in questi pazienti per la prevenzione e il trattamento della fatica, attraverso la normalizzazione dell’efficienza e della performance fisica. L’esercizio va prescritto tenendo conto dello stato iniziale di ciascun paziente, del tipo di attività della sua intensità, frequenza, durata e progressione.

Altra problematica comune è il dolore associato al trattamento (chemioterapia, radioterapia, post-chirurgico o legato a procedure diagnostiche quali Biopsia del midollo osseo, Biopsia ossea, Puntura lombare e cefalea spinale). Fino al 60% dei pazienti oncologici, nelle diverse fasi della malattia, sperimenta dolore.

Con questa associazione ci inseriamo come supporto per informazioni, indicazioni, suggerimenti per accompagnare ed aiutare il paziente in tutto l’iter terapeutico, considerando la stabilità clinica del paziente stesso, il suo livello di funzionalità ed autonomia, il tipo di menomazione e disabilità e gradiente di modificabilità, le sue risorse e possibilità, le modalità d’intervento nostro e della comunità, gli strumenti per realizzare il recupero intrinseco ed adattivo, il suo stato cognitivo e comportamentale, la sua resistenza alle attività fisiche e cognitive, l’adeguatezza del supporto familiare e dell’ambiente di vita e le rete di servizi sociosanitari di supporto del territorio.

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